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La pena di morte in Giappone - la boia

Il BOIA HATOYAMA, esecutore convinto

ALLARME I DIRITTI UMANI: Sempre più frequenti le esecuzioni in Giappone

dal settmanale Shukan Bunshun del 6 giugno 2008
Yukari Saito (scritto per Internazionale)

  Shukan Bunshun del 6 giugno 2008

Tredici esecuzioni in sei mesi. Un record stabilito da Kunio Hatoyama, ministro della giustizia giapponese e sostenitore della pena capitale. In Giappone il guardasigilli decide quando e chi mandare al patibolo e oggi i detenuti nel braccio della morte sono un centinaio.

Le ultime tre condanne sono state eseguite il 17 giugno suscitando le proteste dell'avvocato di uno dei detenuti, che un mese fa aveva comunicato al ministro di voler chiedere la revisione dei processo. Sul settimanale conservatore Shukan Bunshun, un ex assistente di Hatoyama, spiega perché è stato scelto questo momento per le esecuzioni: "Non poteva farlo prima del vertice dei ministri della giustizia degli otto paesi più industrializzati del 12 e il 13 giugno, presieduto da Hatoyama, perché gli europei sono abolizionisti e avrebbero potuto boicottare il summit. Né sembrava opportuno eseguire le condanne prima del G8 che si terrà a Hokkaido dal 7 al 9 luglio".

E dato che per i prossimi mesi si profilano un rimpasto di governo o il voto anticipato, Hatoyama non ha voluto farsi sfuggire l'ultima possibilità. "Di fronte allo zelo del ministro, gli avvocati dei condannati, per guadagnare tempo, hanno cominciato a chiedere la revisione dei processi. A quel punto per il ministro era diventata una corsa contro il tempo".

 

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