PREFAZIONE di Susumu Nishiyama

Messaggio di un sopravvissuto alla bomba atomica
di Nagasaki ai lettori di questo volume

Il 9 agosto 1945 ero a Nagasaki a subire gli effetti della bomba atomica. Sul finire di
quell’anno si contarono 70 mila vite umane strappate, tra cui quelle di molti amici che
avevo all’epoca. Anch’io ho sofferto delle conseguenze della bomba. Si può dire che
la mia gioventù è stata portata via dalla bomba atomica. E ancora oggi noi hibakusha,
danneggiati dalle radiazioni, viviamo nel terrore delle malattie che possono comparire
da un momento all’altro.
Noi sopravvissuti abbiamo in comune un desiderio: non vedere mai più altri hibakusha
su questo pianeta; un trepido desiderio carico di rabbia contro le bombe atomiche che
ci hanno causato enorme sofferenza.
Ciò nonostante proprio il nostro Paese, l’unico al mondo ad essere stato colpito dalle
bombe nucleari, ha sostenuto il mito sulla sicurezza dell’energia nucleare con lo slogan
“Atomi per la pace” seminando ben 54 reattori in un arcipelago ad alto rischio sismico.
Così siamo arrivati al “meltdown” della centrale nucleare di Fukushima del marzo
2011, che tuttora continua ad emettere quotidianamente radiazioni, e il numero degli
hibakusha è costantemente in aumento. Siamo davvero costernati.
E ora il governo giapponese e le aziende elettriche stanno cercando di riattivare le pericolosissime
centrali senza aver imparato nulla dalle esperienze di Hiroshima e Nagasaki,
calpestando il nostro desiderio di non creare mai più altri hibakusha.
Tutto questo è inammissibile. E non possiamo neppure accettare l’esportazione delle
centrali nucleari. Le armi nucleari e le centrali atomiche sono sorelle dello stesso sangue
che non possono convivere con l’Umanità.
Tutte e due vanno abolite al più presto possibile. Grazie.

                                                     Susumu Nishiyama
                                                      30 dicembre 2013