FONTAMARA GIAPPONESE - Una storia sempre universale
Le foreste giapponesi sono in pericolo.
Il mensile Sentaku lancia l’allarme dopo aver notato l’aumento di aziende straniere che vogliono comprare terreni boschivi nell’arcipelago. Appoggiandosi a dei prestanome, giapponesi e non, cercano legname e sempre più spesso sorgenti di acque minerali.
Come mai il Giappone fa gola a queste aziende? I motivi sono diversi.
È uno dei paesi più boscosi del mondo (i due terzi sono coperti di alberi), ha ricchissime risorse idriche e i prezzi di questi terreni sono in calo da diciassette anni.
La loro manutenzione è sempre più dificile a causa dello spopolamento delle aree montuose e della progressiva scomparsa dei silvicoltori, che oggi sono rimasti in 50mila in tutto il paese.
In fine, spiega Sentaku, il catasto di queste zone è incompleto e i diversi ufici per la gestione del territorio non sono coordinati tra loro.
L’assenza di controlli potrebbe spianare la strada ad aziende senza scrupoli che, per ottenere l’accesso alle sorgenti idriche, stanno cercando di rilevare le fabbriche locali di sake che sono in crisi.
“I boschi e l’acqua devono essere considerati un bene comune anche quando sono di proprietà privata perché dal punto di vista sociale e ambientale equivalgono a un’infrastruttura pubblica”, conclude la rivista, invitando le autorità a intervenire in fretta.