OKINAWA: FUTENMA RIMANE NONOSTANTE LE PROMESSE E L’OPPOSIZIONE POPOLARE
Una dichiarazione congiunta del Giappone e degli Stati Uniti rilasciata il 28 maggio, ha annunciato il trasferimento della base dal centro urbano di Ginowan ad un'area meno popolata, su una terra bonificata della costa del distretto di Henoko, a Nago, affermando che non ci sarebbero stati "ritardi significativi" nel completamento della sede di trasferimento, fissata per il 2014.
L'accordo è stato raggiunto dopo mesi di dispute. L'impasse è stata superata dopo che Washington ha accettato concessioni su questioni secondarie dell'accordo, inclusi alcuni termini che riguardano la protezione ambientale e la richesta che vengano considerate altre misure per ridurre il peso su Okinawa.
Hatoyama recentemente ha qualificato la promessa elettorale di chiudere la controversa base statunitense dei Marines Futenma come "impraticabile", scegliendo invece di attenersi ai piani del suo predecessore. Il primo ministro si è dato fino alla fine di Maggio per risolvere la questione, suggerendo che potrebbe dimettersi se fallisse nella risoluzione dell'impasse. Quando era arrivato al potere, Hatoyama aveva promesso di costruire una relazione "più paritaria" con Washington.
L'incapacità di Hatoyama di riconciliare la disputa fra la forte opposizione da parte di Okinawa e del suo elettorato da un lato e la pressione di Washington dall'altro, è costata cara alla sua popolarità, con i sondaggi che mostrano una diminuzione del sostegno popolare.
L'opposizione ad Okinawa e in tutto il paese è divenuta sempre più eloquente, con decine di migliaia di residenti dell'isola lamentandosi per il rumore, l'inquinamento e la criminalità causati dalla presenza delle basi statunitensi. Il 25 aprile scorso quasi 100 mila persone si sono radunate ad Okinawa per protestare e domandare che la base Futenma fosse rimossa dall'isola piuttosto che trasferita all'interno della prefettura.
Un evento annuale si è tenuto il 15 e 16 maggio per il 38esimo anniversario del ritorno di Okinawa dall'occupazione statunitense alla sovranità giapponese. Una catena umana lunga 13 chilometri ha circondato la base statunitense. La dimostrazione ha fatto un appello alla pace globale, si è opposta al piano del governo di trasferimento all'interno dell'isola e ha chiesto la restituzione incondizionata del terreno usato dalle basi statunitensi. La serie di eventi ad Okinawa ha attratto circa 17 mila persone, nonostante le piogge torrenziali ed ha visto anche, oltre alla catena umana, la realizzazione di una marcia e di un raduno. Anche a Tokio centinaia di persone si sono riunite e hanno formato una catena umana di fronte al palazzo della Dieta.
Con le elezioni alla Camera Alta del parlamento a luglio, la carica di Hatoyama è in serio pericolo e il suo fallimento nello spostamento della base ha indebolito la sua coalizione di governo. La sua decisione ha già portato il Partito Social Democratico (SDP) a uscire dalla coalizione di governo, dopo che il suo leader Fukushima Mizuho è stata licenziata dalle sue funzioni di Ministro per gli Affari di Consumo. La Sig.ra Fukushima aveva denunciato la decisione di mantenere la base statunitense Futenma ad Okinawa ed aveva rifiutato di firmare la risoluzione del Consiglio dei Ministri sulla questione.
Okinawa, che ospita il 75% delle attrezzature militari statunitensi e più della metà delle 50 mila truppe statunitensi stazionate in Giappone, è considerata il punto centrale del trattato sulla sicurezza fra i due paesi, sotto il quale gli Stati Uniti garantiscono la sicurezza del Giappone.
Durante il governo precedente, Tokyo aveva accettato di spostare la base all'interno di Okinawa così come il trasferimento di 8 mila Marines a Guam.
La decisione mette fine alle indicazioni precedenti di Hatoyama, secondo le quali avrebbe potuto mettere in discussione il bisogno di una presenza statunitense così massiccia, riaffermando invece la posizione ufficiale del Giappone, secondo la quale l' "alleanza Stati Uniti-Giappone rimane indispensabile non solo per la difesa del Giappone, ma anche per la pace, la sicurezza e la prosperità della regione dell'Asia Pacifica".
traduzione dall'inglese di Maurizio Geri