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MAI PIU' FUKUSHIMA 1

MANIFESTAZIONI POPOLARI per DIRE ADDIO AL NUCLEARE

In fermento i movimenti civili contro l’energia nucleare in tutto il Giappone
18 aprile 2011 - Yukari Saito

No nuke - la prima manifestazione in vita mia (tagliato)  

Sin dallo scoppio dell’incidente della centrale nucleare di Fukushima, in Giappone, si stanno moltiplicando le manifestazioni popolari per dire addio al nucleare.

Non solo a Tokyo, dove si trova la sede centrale della Tepco, la società elettrica responsabile del disastro di Fukushima, ma anche in altre città, grandi e piccole, come Osaka, Nagoya, Kamakura e Fukuoka.

A Tokyo, le dimostrazioni vengono organizzate anche due o tre volte a settimana. E il numero dei cittadini comuni che vi partecipano, sotto il silenzio forzato della maggior parte dei media, sta crescendo.

 

Senza sindacati né un leader carismatico

La novità maggiore di queste manifestazioni sta negli attori principali: i giovani, le famiglie e le persone non organizzate, che finora erano poco presenti nei movimenti sociali del paese; riusciranno loro ad aprire una nuova era nella società giapponese?

Potrebbe apparire più che naturale agli occhi degli italiani: con i reattori che continuano a disperdere una cospicua quantità di radiazione nell’aria, nel mare e nella terra contaminando gli ortaggi, i pesci e gli animali di allevamento, come potrebbero i cittadini stare zitti?

Difatti, le voci disperate degli abitanti della provincia, dei contadini e dei pescatori in particolare, arrivano anche nelle metropoli, non solo ai “consumatori” del cibo ma anche ai cittadini che beneficiano dell’elettricità.

E nonostante il rischio sventolato dalla Tepco e dal governo dei possibili blackout estivi che l’indisponibilità delle centrali nucleari potrebbe provocare, molti cittadini non ci credono più e lo liquidano come un’altra propaganda attuata allo scopo di giustificare le centrali nucleari; gli altri cittadini, fino a ieri più fiduciosi delle parole delle autorità o convinti di non poterne fare a meno, ora considerano che l’abbondante elettricità non valesse l’aria e la natura contaminate dal cesio o dal plutonio.

Così a gran voce chiedono alla politica di abbandonare il nucleare e fermare subito tutte le centrali atomiche.

 

 

Il “no grazie” alla fonte energetica che distrugge la vita: non in mio nome

Probabilmente per le sue esperienze come unico paese al mondo ad essere stato vittima delle bombe atomiche, in Giappone, l’energia nucleare è vista sempre con un grande sospetto da una parte consistente dell’opinione pubblica.

In altre parole, un giapponese che dichiara di essere pacifista, difficilmente crederebbe nel cosiddetto uso “pacifico” o “civile” del nucleare.

Ma nonostante ciò il Giappone è riuscito a costruire oltre cinquanta reattori nucleari sparsi nell’arcipelago, soprattutto grazie alla politica attuata sin dagli anni cinquanta dal partito liberaldemocratico – oggi all’opposizione per criticare l’operato del governo - e la pubblicità massiccia praticata delle aziende elettriche che hanno esercitato un’influenza formidabile sui mass media.

 

Lo scorso 10 aprile, a Koenji, uno dei quartieri residenziali di Tokyo, si è verificato un fenomeno del tutto nuovo. Per rispondere all’appello di un negoziante del piccolo quartiere si sono radunate oltre quindicimila persone, tutti cittadini semplici e in maggioranza giovani, fra i quali molti dicevano di partecipare a una manifestazione per la prima volta in vita loro.

Tanti i cartelli presenti e i costumi originali e colorati durante la manifestazione e addirittura balli al ritmo di rock con gli slogan “no al nucleare” e “solidarietà con Fukushima”.

 

Una settimana dopo, il sabato 16 aprile è stata la volta di Shibuya, un quartiere commerciale più centrale di Tokyo. Lo slogan era: “Diamo voce anche alle verdure: addio alle centrali nucleari”. A promuovere la manifestazione è stata The Pacific Asia Resource Center (PARC), una ONG di Tokyo, sempre con tanti partecipanti giovani – diversi travestiti da ortaggio o da animali – che gridavano: “Dateci broccoli puliti non le radiazioni!” o “In nome dei pesci e delle verdure, no al nucleare!”.

Uno dei partecipanti “anziani” alla manifestazione di Shibuya, un consigliere della PARC, ha commentato: “Nonostante tutte queste richieste e gli appelli dei cittadini, il Primo ministro Kan, che pure proviene dai movimenti civili, non ha ancora deciso di farla finita con il nucleare, mentre la sua omologa tedesca – conservatrice – ha  avuto il coraggio di farlo. E’ davvero incredibile”.

 

Note: PARC (inglese)
http://www.parcic.org/en/index.html

varie manifestazioni in YouTube
http://410nonuke.tumblr.com/
http://www.youtube.com/watch?v=aBEINck-WR8&NR=1
http://www.youtube.com/watch?v=UzPeD6sAteo&NR=1
http://www.youtube.com/watch?v=CAxCZyQapvY&feature=relatedhttp://www.youtube.com/watch?v=ED2NitvoILY&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=cPxs87O1qmM&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=w2lWKlua4M0
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